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The conversation Kenya

La politica pervade tutto: gli artisti kenioti assumono lo status quo

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La bandiera e l'inno

Presentazione

Il territorio

Mappa del Kenya che mostra le principali città, parti dei paesi circostanti e l'Oceano Indiano

Cartina del kenya

Gmap Kenya

Kenya in Africa

I parchi nazionali

L'economia

Cenni storici

Le città Nairobi Mombasa Kisumu

Piccolo lessico Kenya Kikuyu Kiswahili Lago Turkana Masai Safari Squatters Swahili

Personaggi celebri Yomo Kenyatta

Altri centri Lamu Malindi Nakuru

Kenya: Video della città di Lamu

Kenya: Video della città di Lamu (versione inglese)

Il Libro dei Fatti del Kenia Foto

Geografia Africa

Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino

Bandiera del Kenia

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La bandiera.

Tre bande orizzontali uguali di nero (in alto), rosso e verde; la banda rossa è bordata di bianco; un grande scudo del guerriero Maasai che copre le lance incrociate è sovrapposto al centro; il nero simboleggia la popolazione maggioritaria, rosso il sangue versato nella lotta per la libertà, verde significa ricchezza naturale, e bianco per la pace; lo scudo e le lance incrociate simboleggiano la difesa della libertà.

Inno del Kenia.

GEOGRAFIA - AFRICA - KENYA

PRESENTAZIONE

Bagnato dall'Oceano Indiano a Sud-Est, il Kenya confina a Nord con l'Etiopia e il Sudan, a Est con la Somalia, a Sud con la Tanzania e a Ovest con l'Uganda. Ha una superficie di 582.646 kmq e la sua popolazione è di 58.246.378 (2024) abitanti con una densità media di 51 abitanti per kmq. La popolazione è costituita da numerosi gruppi etnici: Kikuyu (21%), Luhya (14%), Luo (13%), Kalenjin (11%), Kamba (11%), Kisii (6%), Meru (5%), Mijikenda (5%), Masai (1,6%) e Turkana (1,3%). La lingua ufficiale è il kiswahili, ma sono largamente diffusi i dialetti luo e kikuyu; usato è anche l'inglese. La popolazione pratica in prevalenza i culti animistici. Ex colonia britannica, il Kenya è dal 1963 uno Stato indipendente e una repubblica presidenziale. Secondo la Costituzione, più volte emendata, il presidente della Repubblica (eletto per cinque anni a suffragio diretto) è capo dell'Esecutivo, mentre il potere legislativo spetta all'Assemblea Nazionale composta da 224 membri di cui 2 ex officio. L'unità monetaria è lo scellino del Kenya. La capitale è Nairobi (1.504.900 ab.).

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IL TERRITORIO

Il Kenya può esser suddiviso in quattro zone geografiche: una zona pianeggiante sulle sponde dell'Oceano Indiano; un altopiano interno che si estende a Nord; l'ampia Rift Valley, profonda depressione a Nord-Ovest; la zona degli altipiani centro-occidentali, interrotti da catene montuose (Monti Aberdare), da grandiosi massicci vulcanici come il Monte Kenya (5.199 m) e il Monte Elgon (4.321 m) e da fosse di sprofondamento. I corsi d'acqua confluiscono in maggioranza nel Lago Vittoria; il principale è il Tana, navigabile per 600 km, che sfocia nell'Oceano Indiano. Il Kenya ospita due grandi laghi: il Turkana, già Lago Rodolfo, e il Vittoria, che esercita una benefica influenza sull'agricoltura locale, favorendo le precipitazioni. Le coste si allungano per 400 km: basse, sabbiose, talora paludose, sono fronteggiate da isole e da barriere coralline. Il clima presenta variazioni a seconda delle zone: sulle coste la piovosità è notevole e le temperature alquanto elevate; il Nord-Est del Paese è desertico e arido; negli altipiani centrali, invece, l'altitudine mitiga il clima e le precipitazioni sono abbondanti.

Mappa del Kenya che mostra le principali città, parti dei paesi circostanti e l'Oceano Indiano.

Mappa del Kenia

Cartina del Kenya

Cartina del Kenia

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I PARCHI NAZIONALI

Il Kenya ha devoluto più del 5% del suo territorio alla protezione della natura, organizzando parchi e riserve per tutelare non solo animali e specie vegetali compromesse, ma anche tribù nomadi e semi-nomadi dalle antichissime tradizioni. Inoltre la legislazione vieta, dal 1977, la caccia sull'intero territorio nazionale e dal 1978 impedisce il commercio di avorio, pelli e trofei. Il parco maggiore è Tsavo (21.000 kmq), che comprende habitat differenziati cui corrisponde una vasta gamma di flora e fauna. Vi si trovano coccodrilli ed ippopotami, leopardi, leoni, bufali africani, nonché un numero ingente di elefanti. Inoltre vi si può ammirare l'ultima foresta di baobab esistente sulla terra. Un'altra oasi di protezione è il Parco Nazionale del Masai Mara, che sorge a 1.600 m di altitudine sul fiume Mara: è popolato da ghepardi, leoni, giraffe, rinoceronti, ippopotami, elefanti e iene. Inoltre, nella stagione estiva, vi affluiscono zebre, gazzelle e gnu, provenienti dal limitrofo Parco Serengheti in Tanzania. Nella Rift Valley nascono numerosi corsi d'acqua e si aprono innumerevoli specchi lacustri, sulle cui sponde pullulano svariate specie di animali. Sul Lago Turkana si vedono gli uccelli migratori provenienti dall'Europa; sul Lago Baringo vivono gli aironi Golia e l'aquila di Verreaux; infine, il Lago Nakuru si copre di uno stuolo di circa 2 milioni di fenicotteri rosa, quando a quelli stanziali si uniscono i migratori. La zona nota come Hell's Gate (Cancello dell'Inferno) ospita, in uno scenario suggestivo con geyser e soffioni, giraffe e gazzelle. Citiamo infine il Parco del Monte Kenya, situato ad un'altitudine compresa tra i 3.400 e i 5.199 m, ove esiste un ghiacciaio perenne, nonostante ci si trovi all'Equatore; il museo all'aperto Olorgesaile, dove sono stati rinvenuti i resti di un insediamento umano dell'età della pietra e il Parco Marino di Malindi, che protegge la barriera corallina prospiciente le coste del Kenya.

Kenya in Africa

Africa Kenia

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L'ECONOMIA

Il Kenya è un Paese prevalentemente agricolo, ma nonostante la sua povertà l'economia è abbastanza fiorente. La superficie agricola occupa una piccola parte del territorio in quanto il Nord è semidesertico e spopolato; nonostante ciò, il settore primario impiega il 77% della popolazione attiva. Vengono praticate l'agricoltura di sussistenza e quella di piantagione. La prima produce mais, frumento, miglio, patate dolci, avena, sesamo e orzo, coltivati dagli africani su terre marginali e con tecniche arretrate. La seconda, specializzata in prodotti destinati all'esportazione quali caffè, tè, cotone, canna da zucchero, piretro, sisal, è gestita da Paesi stranieri nelle zone più fertili della costa e dell'altopiano. Anche l'allevamento, attività propria delle zone semiaride del Paese, è una voce molto importante dell'economia kenyana. I bovini vengono allevati dagli europei mentre gli ovini e i caprini appartengono ai pastori nomadi indigeni. L'industria si è sviluppata intorno a Mombasa. Hanno avuto un notevole impulso le industrie alimentari e quelle per la produzione di fertilizzanti e insetticidi. È sorta anche una grossa raffineria. L'industria è alimentata dall'energia idroelettrica prodotta dal Paese stesso, che è in grado di coprire il fabbisogno interno. Dal sottosuolo kenyano si estraggono oro, cianite, soda, amianto, niobio, wollastonite e caolino; nei pressi di Malindi si trovano vaste saline. Una cospicua fonte di reddito è rappresentata dal turismo. La maggior parte degli scambi commerciali avviene con i Paesi industrializzati europei e con Uganda e Tanzania. Le importazioni sono costituite da macchinari e manufatti diversi, petrolio, generi di consumo; le esportazioni riguardano quasi esclusivamente prodotti agricoli. Il Kenya dispone di 63.100 km di strade (di cui 8.650 km asfaltati) e di 2.740 km di ferrovie collegate con la rete ferroviaria dell'Uganda e della Tanzania. Mombasa è il porto principale. Gli aeroporti principali sono a Nairobi, Kenyatta, Kisumu, Malindi e Mombasa.

CENNI STORICI

La costa del Kenya, colonizzato dai mercanti arabi a partire dal VII sec. d.C., si costituì nel XII sec. in potentato arabo, con centro a Zanzibar. La ricca cultura arabo-africana fu distrutta a cannonate dai Portoghesi nel XVI sec. Quando furono obbligati a ritirarsi, nel 1698, non lasciarono che alcuni forti abbandonati, un Paese in rovina e un fiorente commercio di schiavi e di avorio. L'interno del Paese, abitato in prevalenza da Bantu, ma anche da Nilotici e Somali, non conobbe più culture paragonabili a quella costiera, né Stati organizzati. Solo nel XIX sec. i Masai, popolo di pastori, riuscirono a stabilire una certa egemonia; tuttavia pochi decenni più tardi una peste bovina sterminò quasi tutto il bestiame e il crollo dell'economia locale produsse anche la fine della loro supremazia. Nel corso del XIX sec. iniziò la penetrazione nel Paese di varie spedizioni europee e, alla fine del secolo, il sultano di Zanzibar dovette cedere l'amministrazione del territorio alla Gran Bretagna, che proclamò il protettorato dell'Africa orientale britannica. Le terre migliori degli altipiani erano affidate a coloni europei, mentre le popolazioni indigene vennero relegate nelle riserve. Ancora nel 1948, dei quasi 5.000 kmq di terre fertili, più del 90% erano in mano a 5.000 Europei, mentre un milione di Kikuyu (una delle etnie originarie) occupavano meno di 1.000 kmq. Nel 1944 nacque l'Unione africana del Kenya (KAU), un'organizzazione politica per la difesa dei diritti dei Kikuyo. Jomo Kenyatta ne fu il leader e la KAU organizzò scioperi e manifestazioni di massa. Nello stesso periodo cominciò ad agire anche il gruppo Mau-Mau, una organizzazione politico-religiosa, nata come società segreta. Nel 1952 l'amministrazione coloniale decretò lo stato di emergenza, arrestò i principali dirigenti nazionali, compreso Kenyatta, sciolse i partiti politici e imprigionò migliaia di Kikuyu. Solo nel 1960, dopo anni di brutale repressione e stragi, la KAU poté tornare alla legalità, con il nome di KANU (Unione nazionale africana del Kenya). L'Unione riuscì a vincere le elezioni contro i movimenti politici tribali appoggiati dal potere coloniale. Nel 1961 Kenyatta fu liberato e nel 1962 fu eletto il Consiglio legislativo. Il Kenya ottenne l'indipendenza, all'interno del Commonwealth, il 12 dicembre 1963. Kenyatta occupò la carica di primo ministro e quando, il 12 dicembre 1964, il Paese raggiunse l'indipendenza totale, fu eletto presidente. Jomo Kenyatta, dimenticando la propria vocazione di leader nazionale, governò a beneficio della propria etnia, quella kikuyu, relegando in secondo piano le altre etnie. Sopraffatti dai debiti, i contadini che avevano recuperato le proprie terre tornarono a perderle. Ai coloni bianchi si sostituì semplicemente una borghesia nera, formata per la maggior parte da famigliari e amici di Kenyatta. La KANU, che era stato un modello per altri partiti africani nella lotta contro il potere straniero, fu costretta ad ammettere la presenza di forze militari britanniche nel porto di Mombasa. Kenyatta morì nel 1978, a 85 anni. Gli succedette in carica Daniel Arap Moi, fino ad allora vicepresidente, appartenente a un'etnia poco numerosa, i Kalenkin. Ciò non ridusse però i conflitti tribali e il clima di sfiducia perdurò, aggravato dalla difficile situazione economica. Daniel Arap Moi governò ad interim dal settembre al novembre del 1978, quando furono indette le elezioni.

Il partito di governo, la KANU, fu l'unico autorizzato a presentare candidati e Moi fu confermato nella carica. Fra i tecnocrati nominati dal Governo a dare nuovo avvio al Paese si fece presto notare la figura di Charles Njonjo, nominato ministro degli Interni nel giugno del 1980. Njonjo svolse un ruolo chiave nella dissoluzione delle organizzazioni con radice etnica sorte in Kenya agli inizi degli anni Settanta. La maggiore di questa, la GEMA, associazione di Kikuyu, Embu e Meru, si trasformò in un gruppo di pressione dei dirigenti tribali, che si arricchirono facendo affari con Nordamericani e Inglesi. La GEMA si oppose alla nomina di Moi e fu implicata in una cospirazione per assassinare tutti i principali uomini di governo dopo la morte di Kenyatta. Le difficoltà portarono il presidente Moi a cercare una riconciliazione con gli antichi rivali politici che erano stati allontanati dalla vita pubblica. Uno dei principali beneficiari di quest'apertura fu il vicepresidente Oginga Odinga. Costui era stato messo al bando dopo aver fondato un partito dissidente, l'Unione popolare del Kenya (KAPU). Dopo undici anni di ostracismo ritornò in Parlamento alla fine del 1981. Nel 1982 la crisi sociale scoppiò in forma violenta: un complotto militare culminò in grandi manifestazioni popolari e in un saccheggio dei negozi e degli edifici pubblici di Nairobi. Il presidente Moi represse la ribellione, estesasi anche all'università, dove decine di professori e studenti furono arrestati. Nel 1983 Moi denunciò un altro tentativo di golpe organizzato dal suo ministro Charles Njonjo e con il supposto appoggio di Sudafrica ed Israele. In questo caos politico Moi indisse le elezioni anticipate e ottenne una schiacciante vittoria. Nel 1983 il presidente Moi riaprì la frontiera con la Tanzania dopo un vertice ad Arusha, al quale parteciparono anche i presidenti della stessa Tanzania e dell'Uganda. La riunione servì come punto di partenza per il graduale ristabilimento di un'intesa economica tra i tre Paesi, dopo il fallimento della Comunità economica dell'Africa orientale nel 1977.

Moi nel frattempo aumentò i poteri della propria carica a scapito del Parlamento e soppresse la votazione segreta nelle elezioni interne al partito in favore di un sistema di voto palese, che facilitava le pratiche intimidatorie. Nel 1987 l'agitazione provocata dai gruppi musulmani a Mombasa fu usata come pretesto per una nuova ondata repressiva e si arrivò a una nuova chiusura dell'università di Nairobi. Le elezioni del marzo 1988 consolidarono la vittoria dei seguaci di Moi all'interno della KANU e dell'apparato statale. Nello stesso anno Moi intensificò l'autorità statale ponendo il potere giudiziario sotto il suo diretto controllo ed estendendo i termini della carcerazione preventiva da 24 ore a 14 giorni, senza la necessità di mandare alcun avviso al giudice. Negli anni seguenti i casi di corruzione e violazione dei diritti umani si moltiplicarono. Robert Ouko, ministro degli Esteri e critico feroce della corruzione, fu assassinato nel febbraio del 1990. Un'investigazione affidata a Scotland Yard individuò come colpevoli alcuni stretti collaboratori del presidente, fatto che alimentò una nuova ondata di proteste popolari contro il Governo. Le richieste di democratizzazione si estesero a tutto il Paese, con l'adesione delle Chiese cattolica e protestante. Alla fine degli anni Ottanta, dopo la guerra del Golfo, l'isolamento diplomatico del Kenya si modificò. La stretta alleanza con gli USA e la coalizione multinazionale valse al Kenya l'aiuto economico della Gran Bretagna e l'appoggio militare statunitense. Le differenze politiche tra Uganda e Kenya provocarono costanti scontri a partire dal 1986. Nel 1990, da un punto di vista economico, secondo i dati ufficiali, l'inflazione fu del 15%, ma tutte le fonti indipendenti indicarono che fu più vicina al 30%. A causa della guerra del Golfo, le spese per l'importazione di petrolio superarono di molto le previsioni, pregiudicando la bilancia commerciale. Il turismo diminuì rispetto agli ultimi anni, mentre il pagamento del debito estero rappresentò il 30% del valore delle esportazioni del 1990. Il Kenya mise in pratica una politica di contenimento della spesa pubblica mediante la privatizzazione delle imprese statali. La KANU convocò il Consiglio del partito per discutere dell'introduzione di riforme democratiche, tra le quali figurava il multipartitismo. Gruppi di pressione come il Foro per la restaurazione della democrazia (FORD) diretto da Oginga Odinga e l'Alleanza morale per la pace (MAP) si costituirono in veri e propri partiti politici. Il processo di democratizzazione iniziato nel 1991, portò un anno più tardi alla creazione del Partito democratico (PD), un gruppo di opposizione al Governo di Moi, favorevole alla creazione di un sistema democratico pluripartitico. Nell'aprile 1992 ebbe luogo a Nairobi una marcia organizzata dal FORD che riunì più di 100.000 persone che chiedevano la cessazione della repressione e della censura della stampa da parte del Governo e soprattutto una data definitiva in cui sarebbero state indette le elezioni. Le elezioni del dicembre 1992 decretarono la vittoria di Arap Moi che nel gennaio del 1993 assunse il suo quarto mandato consecutivo. La KANU si aggiudicò il 36,35% dei voti e 95 deputati mentre i sette partiti d'opposizione, nonostante avessero ottenuto più del 60% dei suffragi, si aggiudicarono solo 88 seggi in Parlamento. Dopo una nuova svalutazione della moneta (23,47%), la Banca Mondiale ordinò il pagamento di un prestito di 350 milioni di dollari, dopo un'interruzione delle negoziazioni con il FMI che aveva considerato insufficienti le misure adottate dal Governo. La liberalizzazione dei mercati proseguì nel 1994, Nairobi eliminò il controllo sui cambi al fine di attirare investimenti privati kenyani o stranieri. La Banca Mondiale approvò, nel marzo del 1996, un ulteriore prestito di 115 milioni di dollari che fu destinato alla ristrutturazione della rete viaria. Un mese più tardi, il FMI destinò al Paese 214 milioni di dollari, che erano bloccati dal 1994. Il Kenya firmò nello stesso anno un accordo di cooperazione economica con la Cina e l'Iran. Le tensioni sociali e politiche crebbero sensibilmente durante il 1997. Il Governo e parte dell'opposizione iniziarono dei colloqui a Nairobi al fine di rendere possibili le elezioni. A novembre Moi sciolse il Parlamento e nel dicembre 1997 fu rieletto con il 40,1% dei voti. Le opposizioni denunciarono brogli e irregolarità e chiedessero nuove elezioni. A causa della siccità, il rischio di una carestia si fece nel 2000 sempre più forte. La crisi economica per l'effetto congiunto della siccità e della svalutazione della moneta si aggravò: la distribuzione di energia elettrica fu razionata, il prezzo della benzina salì, nelle città dilagò la delinquenza. Intanto nuovi scontri avvennero tra clan rivali nel Nord-Est del Paese, con una trentina di vittime. Nello stesso anno i delegati di numerosi Paesi africani riuniti a Nairobi per la Convenzione sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione (CITES) decisero di interrompere il commercio di avorio fino al 2002 per combattere il bracconaggio che sta decimando gli elefanti. Martoriato, come molti altri Paesi dell'Africa, dalla piaga dell'AIDS, nel marzo 2001 il Kenya, avvalendosi di una clausola dell'Organizzazione mondiale della Sanità, adottò una legge che permetterà al Paese di importare e produrre farmaci generici poco costosi. Anche nel corso del 2001 proseguirono le tensioni tra i diversi gruppi etnici, culminati in violenti scontri.

LE CITTÀ

Nairobi

(1.504.900 ab.). Capitale del Kenya e capoluogo della provincia omonima (684 kmq; 1.678.000 ab.). È situata su un vasto territorio pianeggiante, presso un gruppo di colline, a 1.675 m di altezza. Nell'Africa orientale è forse l'unica città che abbia acquisito un aspetto veramente europeo. Per merito dell'altitudine gode di un clima molto fresco e temperato, nonostante sia a soli 140 km dall'Equatore. Accoglie ogni anno moltissimi turisti attirati dalla possibilità di compiere splendidi safari, per i quali Nairobi rappresenta il tradizionale punto di partenza. Per questo la città ha assunto un volto molto moderno, con grandi alberghi e strade spaziose. Presso Nairobi è stato creato un grande parco faunistico (Nairobi Park) popolato da animali selvaggi, senza possibilità di caccia. Nairobi venne fondata nel 1899 come stazione ferroviaria della linea Mombasa-Kampala (in Uganda) e nel 1907 divenne la capitale del protettorato dell'Africa orientale britannica e poi del Kenya.

Mombasa

(465.000 ab.). Città del Kenya, la seconda per densità di popolazione. Capoluogo della provincia di Coast (83.603 kmq; 2.155.000 ab.), possiede il principale porto del Paese, oltre che uno dei migliori di tutta l'Africa orientale. È situata sull'isola omonima ed è collegata alla terraferma mediante una diga percorribile in automobile. Mombasa è meta frequentatissima di turisti, sia come centro balneare, sia poiché è il capolinea della ferrovia che parte da Nairobi e raggiunge l'Oceano Indiano.

Kisumu

(185.100 ab.). Città del Kenya, fornita di un ottimo porto. È il più importante scalo lacustre del Kenya sul vasto Lago Vittoria. È capoluogo della provincia di Nyanza (16.162 kmq; 4.041.000 ab.).

PICCOLO LESSICO

Kenya

Il nome del Paese deriva dal Monte Kenya (5.199 m) detto Kere Nyaga («Montagna bianca») dai Kikuyu.

Kikuyu

Costituiscono il gruppo più numeroso, circa due milioni di individui, della popolazione del Kenya. Vivono sparsi su tutto il territorio. Abili agricoltori, giunsero nelle attuali regioni nel XVIII sec., riuscendo a coltivare terreni e foreste. Nel 1954-56 si ribellarono alla dominazione coloniale degli Inglesi, provocando una rivolta per difendere le proprie terre, ingiustamente occupate dai coloni. Alcuni gruppi estremisti si organizzarono in una feroce setta, i Mau-Mau, la cui spietata attività fu in seguito soffocata con estrema severità.

Kiswahili

Lingua ufficiale del Kenya, è formata da termini di origine bantu, araba e da neologismi derivati dall'inglese. È adottata in sostituzione dei dialetti tribali.

Lago Turkana

Immenso bacino lacustre (8.600 kmq) situato a 427 m di altitudine, ha una temperatura media che non è mai inferiore ai 40 °C. Nelle sue acque vivono coccodrilli, pesci tigre e persici. Il luogo conserva testimonianze paleontologiche di grandissimo interesse per cui si è meritato il titolo di «culla dell'umanità».

Masai

Antichissima popolazione dell'Africa orientale, oggi prevalentemente stanziata sugli altipiani a Est del Lago Vittoria, conta 200.000 individui distribuiti in province che fanno capo a villaggi familiari. Un tempo feroci guerrieri, i Masai sono oggi dediti alla pastorizia. La loro struttura sociale si basa su un'inflessibile ripartizione in fasce d'età. Essendo proibite dal Governo le guerre tribali, questa popolazione ha conservato dell'antica bellicosità solo i variopinti trucchi ed ornamenti che fungono da elemento distintivo per ogni tribù. I Masai dedicano molto tempo alla cura del loro corpo e le donne fabbricano da sé i gioielli. Essi conoscono una ricca farmacopea, complessi sistemi diagnostici e la chirurgia.

Safari

Termine kiswahili derivato dall'arabo safar; indica un viaggio lungo e pericoloso. Se un tempo i safari erano fatti per cercare schiavi ed avorio, in seguito si trasformarono in caccia grossa ed oggi sono principalmente safari fotografici, compiuti in auto, a cavallo, a dorso di cammello e persino in mongolfiera.

Squatters

Nome dato ai neri inurbati, spinti nelle bidonvilles delle città perché la campagna non offriva più possibilità di lavoro.

Swahili

Significa «della costa». Il termine identifica un gruppo di tribù stanziate sul litorale.

PERSONAGGI CELEBRI

Yomo Kenyatta

Uomo politico kenyota (Ichaweri 1893-1978). Trascorse l'infanzia in una missione scozzese nei pressi di Nairobi. Dopo aver esercitato umili mestieri, abbracciò l'attività sindacale e nel 1922 fu tra i fondatori della Kikuyu Central Association. Trasferitosi a Londra, nel 1931 vi frequentò la School of Oriental and African Studies, laureandosi nel 1938. Frequentò quindi l'università di Mosca; tornato in Kenya, nel 1946 diede vita al Kenya African National Union (KANU), organizzando la rivolta dei Mau-Mau. Arrestato nel 1952, venne condannato a sette anni di reclusione e nel 1959 venne inviato al confino in una località del Nord. Liberato nel 1961, dopo l'affermazione elettorale del suo partito, il KANU, condusse il Paese verso l'indipendenza, proclamata nel dicembre 1963. Assunta la presidenza, Kenyatta riuscì a portare alla pacificazione i numerosi gruppi etnici kenyoti, diventando il simbolo dell'unità nazionale e, in campo internazionale, esempio di moderazione e saggezza politica.

ALTRI CENTRI

Lamu

(14.000 ab.). Cittadina dell'omonima isola al largo della costa keniana, nell'Oceano Pacifico, Lamu è uno dei più antichi centri abitati del Kenya. La città risale al XIV secolo ma ancora oggi è ammantata da un'atmosfera medievale. La principale fonte economica è il turismo, sebbene la popolazione, per la maggior parte musulmana, viva ancora di agricoltura, allevamento e pesca. Notevole è l'esportazione di mangrovie.

Kenya: immagini della città di Lamu

Kenya: immagini della città di Lamu (versione inglese)

Malindi

(23.300 ab.). Centro del Kenya a 110 km da Mombasa. Mercato agricolo, con un attivo porto; industrie alimentari e tessili. Turismo balneare. Aeroporto.

Nakuru

(163.927 ab.). Uno dei principali centri del Kenya per l'allevamento e la produzione zootecnica. Capoluogo della provincia del Rift Valley (173.868 kmq; 5.690.000 ab.), situato sull'omonimo lago salato, è il principale mercato agricolo del Kenya. Nelle vicinanze furono trovati importanti resti risalenti all'era neolitica post-fluviale del Kenya.

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Vocabolario I F GB D e Vocabolario di Latino

Bogi

Kigelia

Leakey, Louis Seymour

Bazett Maré, Rolf de

Homo erectus

Homo

ecce homo.

(s.m. lat.), 1 l'effige di Cristo flagellato e incoronato di spine. 2 persona malconcia, in condizioni pietose.

Inglese

Ecce Homo

Francese

Ecce Homo

Tedesco

(n.) Ecce-Homo

homo.

(s.m. lat.), voce che significa uomo.

Inglese

man

Francese

(m.) homme

Tedesco

(m.) Mann

neoàntropo.

(s.m.), termine che comprende l'uomo moderno ed i suoi antenati appartenenti alla specie homo sapiens.

Inglese

neoanthropine

Francese

(m.) homo sapiens fossile

Tedesco

(m.) Euhomine

ăgrestis

e, agg. (con compar. agrestior, ius; il superl. è postclass.): agreste, villereccio, campestre, rurale; rozzo, rustico, villano. Esempio: homo agrestis, campagnolo. Come SOST.: agrestis, agrestis, m.: contadino, paesano, uomo dei campi.

altus

a, um, agg. (compar. altior, ius; superl. altissimus, a, um): alto, eccelso, elevato; grande, sublime, nobile; profondo; antico; vetusto. Esempi: alti montes, alti monti; alta fiumina, fiumi profondi; homo alta mente praeditus, uomo di gran mente; alto a sanguine genus, famiglia di nobile lignaggio; petere sermones ex alto, prendere il discorso dalle più lontane cause; altius prima repetens ab origine, risalendo su alla prima origine; ex alto repetere (o petere), rifarsi da lontano (in una narrazione); edĭtus in altum, che si leva in alto; ex alto animo, dal profondo del cuore; alta verba, parole altere; index alto vultu, giudice di volto austero; somnus altus, sonno profondo; manet alta mente repostum iudicium Paridis, le sta fitto nel profondo dell'animo il giudizio di Paride.

ambĭtiōsus

a, um, agg. (compar. ambitiosior, ius; superl. ambitiosissimus, a, um): ambizioso; intrigante, venale, interessato; lusingatore, fastoso, vanitoso. Esempi: homo minime ambitiosus, uomo per nulla ambizioso; dux ambitiosus, comandante venale; in plausus ambitiosus, avido di applausi; orator ambitiosus, oratore ricercato; ambitiosi rumores, dicerie interessate; Romani, si locuples hostis est, avari, sipauper, ambitiosi, i Romani, se il nemico è ricco, avidi, se povero, superbi; turba caelestis ambitiosa, gli dèi vogliono essere supplicati; ambitiosae amicitiae, amicizie interessate (o ricercate per vanità); ambitiosa ornamenta, sfarzosi ornamenti; ambitiosum imperium, impero ottenuto per broglio; ambitiosa mors, morte incontrata per aver gloria.

bellus

a, um, agg. (compar. bellior, ius; superl. bellissimus, a, um): bello, leggiadro, grazioso; gentile, garbato; piacevole, squisito; sano, adatto, comodo. Esempi: bellus homo, uomo garbato; pueris locus bellissimus, luogo molto atto per i fanciulli; bellissima occasio, un'ottima occasione; fac bellus revertare, fa' di tornare in buona salute; bellum est exire, è bello uscire.

callĭdus

a, um, agg. (compar. callidior, ius; superl. callidissimus, a, um): accorto, avveduto, pratico, esperto, conoscitore, scaltro, astuto (col gen., dat., ad e l'acc., in e l'abl., con l'infin.). Esempi: callidus rei militaris, esperto nella milizia; callidus accendendis offensionibus, scaltro a ravvivare le offese; homo callidus ad quaestum, uomo pratico nel guadagno; tu in illo artificio accusatorio callidior es, quam hic in suo, tu in quest'arte di accusare sei più scaltro, che costui nella sua; callidus condere, astuto nel nascondere; callida liberalitus, generosità interessata.

carcer

carcĕris, m.: carcere, prigione; catena; malfattore, scellerato, scellerati; al plur. carceres, um: sbarre, cancelli (donde uscivano le bighe, le quadrighe e i cavalli per gareggiare nella corsa del circo). Esempi: in carcerem aliquem conicere (ducere, condere, contundere), mettere qualcuno in carcere; e carcere aliquem educere (emittere), scarcerare qualcuno; homo carcer, uomo da catena (scellerato); in me carcerem effudistis, sguinzagliaste contro me i malfattori; e carceribus exire, uscir dai cancelli, ruunt effusi carcere currus, le bighe si lanciano a briglie sciolte uscendo dalle sbarre; a carceribus ad calcem, da principio fino alla fine (dai cancelli o sbarre sino alla fine della corsa, segnata con calce): a calce ad carceres, dalla fine al principio.

concinnus

a, um, agg. (col compar. concinnior, ius): aggiustato, ben disposto, acconcio adatto, adorno; ornato, elegante, grazioso, incantevole, piacevole; ingegnoso, scelto. Esempi: oratio concinna, discorso elegante; homo facetus ad persuadendum concinnus, uomo faceto e atto a persuadere; concinnus in brevitate respondendi, grazioso nella brevità delle sue risposte; concinnus amicis, piacevole con gli amici; concinnum est, è cosa opportuna.

ē, ex

prep. con l'abl. per indicare moto da luogo o allontanamento: da, fuori da, giù da; tempo: da, fino da, dopo; provenienza: da, di; idea partitiva: da, di, fra, m; materia: di, da; causa: per, a motivo di, per causa di, in seguito a; conformità: secondo, in forza di, rispetto a, riguardo a; col verbi «prendere da, ricevere da, sapere da, ottenere da, comperare da» e affini ed in particolari locuzioni. Esempi: exire ex urbe, uscire dalla città, exire e vita, morire; praesidia ex provincia, presidii tolti dalla provincia; quaerere (percontari, audire) aliquid ex aliquo, chiedere (udire) qualche cosa da uno; desilire ex equo, scendere da cavallo; collis ex planitie editus, un colle elevato dalla pianura; ex vallo turribusque tela iacĕre, lanciar dardi dall'alto del vallo e delle torri; se ex navi proicere, gettarsi giù dalla nave, ex utraque parte, dall'una e dall'altra parte, ex memoria, a memoria; ex tempore all'improvviso, ex industria, a bella posta; ex inopinato, inaspettatamente; ex insperato, contro ogni speranza; ex aequo, ugualmente; e vestigio, lì per lì; ex vinculis, in stato d'arresto; ex eo tempore, da quel tempo; ex eo die quo..., dal giorno che...; ex quo, da quando; ex illo, d'allora in poi; ex labore se reficere, ristorarsi dalla fatica; ex consulatu, subito dopo il consolato; diem ex die ducere, differire di giorno in giorno; ex fuga, dopo la rotta; ex itinere subito dopo la marcia; ex praetura, subito dopo la pretura (all'uscir dalla carica di pretore); homo ex praetura, ex-pretore; soror ex matre, sorella da parte di madre; Mosa profluit ex monte Vosego, la Mosa scende dal monte Vosego; statua ex acre facta, statua di bronzo; legionem efficere ex veteranis militibus, formare una legione con soldati veterani; naves factae ex humida materia, navi fatte di legname fresco; largiri ex alieno, esser generoso della roba altrui; nasci ex aliquo, esser figlio di uno; legionem facere ex duabus, di due legioni formarne una sola; duos fratres locupletes ex egentibus fecerat, aveva reso ricchi i due fratelli da poveri che erano; ex his omnibus, fra tutti costoro; miles ex primo hastato, soldato appartenente al primo manipolo degli astati; ex numero, dal numero; ex reliquis excellere, primeggiare fra gli altri; ex Helvetiis uxorem habere, avere per moglie una donna elvetica; navem ex insigni agnoscere, riconoscere una nave dal vessillo; qua ex re, per la qual cosa; ex ea re, perciò; ex quo (ex quibus), per il che; ex eo quod (quia), perciò che, aeger ex vulneribus, infermo per le ferite; laborare ex pedibus, aver male ai piedi (aver la podagra); Liger ex nivibus creverat, il Ligeri era cresciuto per lo sciogliersi delle nevi; ex improviso, all'improvviso; ex loci natura, secondo la natura del luogo; ex usu terrae Gallicae, nell'interesse della Gallia; ex senatus sententia, secondo il parere (in conformità del parere) del senato; ex animi mei, tua... sententia, (o semplicemente ex sententia mea, tua...), secondo il mio, il tuo... desiderio; ex consuetudine, secondo la consuetudine; ex nullius iniuria, senza danno di alcuno; e re tua, mea... a vantaggio tuo, mio...; e re publica, a vantaggio dello Stato; indicare, aestimare, metiri ex..., giudicare, stimare, misurare in riguardo a (in conformità di, secondo)...

ēmunctus

a, um, part. perf. di emungo e agg.: purgato, nettato; smunto, spogliato, truffato; fine, arguto, raffinato; astuto, perspicace. Esempio: emunctae naris homo, uomo di odorato fino (di buon gusto).

excelsus

a, um, part. perf. di excello e agg. con compar. e superl. regol.: eccelso, alto, eminente, che sovrasta; elevato, segnalato. Esempi: excelsus mons, monte alto; excelsus homo, uomo eminente. Come SOST.: excelsum, i, n.: altezza, punto elevato; alta condizione Esempi: in excelso, in alto; ab excelso, dall'alto; in excelso vitam agere, vivere in elevata condizione.

factus

a, um, part. perf. di facio: fatto, effettuato, compiuto, eseguito, lavorato, disposto. Esempi: argentum factum, vasellame di argento lavorato; oratio polita atque facta quodam modo, discorso fatto con una certa arte; ubi consulueris, mature facto opus est, dopo aver presa una deliberazione, bisogna operare prontamente; consul ex dictatura factus est Valerius, Valerio dopo la dittatura fu nominato console; Themistocles praetor a populo factus est, Temistocle fu dal popolo nominato pretore; homo act unguem factus, persona compitissima; factus ad aliquid, adatto a qualche cosa; inde factum est ut (col cong.)..., onde avvenne che...

flōrens

florentis, part. pres. di floreo e agg. con compar. e superl. regol.: fiorente, fiorito; fresco; giovanile; ornato; splendente, risplendente, florido; segnalato. Esempi: florens civitas, città fiorente; florens aetate formāque, fiorente di età e di bellezza; florens iuventa, gioventù fiorente; florentes aere catervae, schiere risplendenti di bronzo; homo florentissimus, uomo nel pieno della prosperità; florentissimis rebus, nel pieno della fortuna. Come SOST.: florentes, ium, m. pl.: i fortunati, i potenti, i ricchi.

fortūnātus

a, um, agg. (compar. fortunatior, ius; superl. fortunatissimus, a, um): fortunato, in condizione prospera, felice; ricco. Esempi: nihil nobis fortunatius, niente per noi di più fortunato; fortunatus homo et nobilis, uomo ricco e nobile; fortunate senex!, o vecchio fortunato!

frūgī

agg. indecl. (compar. frugalior, ius; superl. frugalissimus, a, um): dabbene, onesto; modesto; frugale, temperante. Esempi: homo frugi, galantuomo; frugi servus, servo onesto; atrium frugi, atrio modesto.

fŭrĭbundus

a, um, agg.: furibondo; ispirato. Esempi: furibundus homo, uomo furibondo; furibundae praedictiones, ispirate profezie.

grăvis

e, agg. (compar. gravior, ius; superl. gravissimus, a, um): grave, pesante; gravido, pieno, carico, aggravato; fastidioso, molesto; importante; severo, autorevole; basso (detto di voce); grezzo. Esempi: gravis silex, pesante selce; grave amiculum, mantello pesante; graves Persae, i molesti Persiani; si tisi grave non erit, se non ti sarà grave; in populum Romanum grave est, è cosa grave (pericolosa) per il popolo romano; naves hostium spoliis graves, navi cariche delle spoglie dei nemici; vino gravis, avvinazzato; vino et somno graves, oppressi dal vino e dal sonno; gravis annis (o aetate), grave di anni; vir gravis, uomo importante; homo auctoritate gravis, uomo di grande autorità; gravis auctor in medicina, scrittore autorevole in medicina; gravis testis, testimonio autorevole; grave bellum, guerra terribile; gravis victor, vincitore spietato; graves inimicitiae, inimicizia violenta; graves morbo, languente per malattia; graves ictus excipere, ricevere gravi colpi; gravis morbus, pericolosa malattia; gravis autumnus, autunno insalubre; gravis nuncius, molesta novella; gravis odor est, è un odore fastidioso; quis Catone gravior in laudando?, chi più severo di Catone nel lodare?; grave edictum, severo editto; gravis sonus, tono di voce grave; aes, argentum grave, rame, argento grezzo (non ancora coniato).

horrĭdus

a, um, agg. (col compar. horridior, ius): orrido, orribile, spaventoso; irto, ispido, aspro, selvaggio; incolto, negletto, trascurato, rozzo, rigido, freddo. Esempi: horrida bella, guerre orribili; horrida sus, troia irta di setole; horrida barbula, ispida barbetta; horridus locus, luogo incolto; horridus tribunus plebis, trascurato tribuno della plebe; ut vita sic oratione horridus, rozzo di costumi e nel parlare; homo horridus vitā, uomo rigido di vita; bruma horrida gelu, bruma rigida per il gelo; si premerem ventosas horridus Alpes, se, intirizzito dal freddo, passassi sulle ventose Alpi.

illustris

e, agg. (compar. illustrior, ius; superl. illustrissimus, a, um): luminoso, lucente; illustre, chiaro, evidente: noto, importante; nobile, distinto, celebre, famoso. Esempi: stella illustris, stella luminosa; illustris homo, uomo illustre; die iam illustri, essendo giorno chiaro; claram et illustrem orationem efficere, render celebre e segnalato un discorso; factum illustre omnibus, fatto noto a tutti; illustri loco natus, nato di nobile famiglia; causae illustres, processi clamorosi; illustrissimum praelium, battaglia famosissima.

immĭnco

immĭnes, imminēre, INTR. 2ª: sovrastare, pendere sopra, pendere sul capo; elevarsi al disopra; esser vicino, avvicinarsi minaccioso, minacciare; essere imminente; essere pronto; aspirare, bramare; andar cercando (ass.; col dat.; con in, ad, super e l'acc.). Esempi: ea quae quotidie imminent, ciò che ogni giorno sovrasta; imminet populus antro, un pioppo pende sulla spelonca; collis urbi imminet, il colle sovrasta alla città; muris imminet hostis, alle mura si avvicina minaccioso il nemico; quos super silex imminet, sovrasta ad essi uno scoglio; homo ad caedem imminens, uomo pronto alla strage; imminebat in occasionem ducis opprimendi, andava cercando l'occasione di opprimere il capitano; luna imminente, mentre la luna risplende (al chiaror di luna); imminentiam intelligens, presago della sorte che gli sovrasta; gestus imminens, gesto minaccioso; imminere rebus (o regno), aspirare alla signoria; huiusmendicitus in nostras fortunas imminebat, la sua povertà agognava le nostre sostanze; agmen universum imminebat, tutto quanto l'esercito stava per piombare addosso.

ĭnānis

e, agg. (compar. inanior, ius; superl. inanissimus, a, um): inane, vuoto, vano mancante, privo (col gen. e con l'abl.), inutile vanaglorioso; borioso; infondato. Esempi: vas inane, vaso vuoto; domus inanis, casa vuota; inanis umbra (o inanis imago), vana immagine; inane lymphae dolium, botte vuota di acqua; epistula inanis aliqua re utili, lettera priva di qualche cosa di utile; inanes cogitationes, pensieri inutili; causae inanes, vani pretesti; inane decus purpurae, il vano splendore della porpora; homo inanis, uomo borioso; inanis animus, animo orgoglioso; inanis equus, cavallo senza cavaliere; inanis laeva, sinistra vuota (senza anello); inanes litterae, lettera senza contenuto; inania regna (o inania Tartara), regno delle ombre (l'oltretomba); inane corpus, corpo esanime; inanis venter, ventre vuoto; inanis civitas, città senza mezzi; inanis causa, causa infondata; nihil est in me inane, niente vi è in me di vano; inanis redeo, torno a mani vuote (senza aver conchiuso nulla). Come SOST.: inane, inanis, n.: il vuoto, lo spazio vuoto, l'atmosfera; inania, ium, n. pl.: cose vane, cose infondate; vanità. Esempio: per inane, per l'aria (attraverso l'etere).

ĭners

inertis (in, ars), agg. (compar. inertior, ius; superl. inertissimus, a, um): inerte, senz'arte, inoperoso, pigro, inattivo, dappoco, impotente, debole; timido; che intorpidisce, che intirizzisce. Esempi: inertes a maioribus nominabantur, erano chiamati dai maggiori uomini senz'arte; homo iners, uomo inattivo; tam iners, tam nullius consilii sum, sono così inerte, così dappoco; tendis iners retia mihi, con troppo poca furberia mi tendi insidie; corpora inertia, corpi deboli; pecora inertia, armenti timidi; iners tempus (inertes horae, iners otium), tempo speso nell'ozio; iners frigus, freddo che intorpidisce; inertes aquae, acque stagnanti; terra iners, la terra immobile; inertes glebae, campi sterili; versus inertes reprehendere, biasimare i versi insulsi; vita iners, vita placida e quieta.

lĕvis

e, agg. (compar. lĕvior, ius; superl. lĕvissimus, a, um): leggero, lieve; agile, veloce, lesto; dolce, soave; insignificante, futile, di poco valore; non grave, sopportabile. Esempi: levis armatura, armatura leggera; levis auditio, voce incerta; causa levior, causa di poco valore; levis cursu, agile al corso; leve proelium, zuffa di poca importanza; levis ictus, ferita leggera; homo levior quam pluma, uomo più leggero di una piuma; levis auctor, autore poco attendibile; levis somnus, sonno leggero (o tranquillo); leves iudices, giudici di poca coscienza; terra sit super ossa levii, alle ossa sia leggera la terra; levius fit patientiā quidquid corrigere est nefas, la rassegnazione allevia tutti i mali, ai quali non si può rimediare.

mĭnĭmē

avv. (superl. di parum): menomamente, il meno possibile, nel minor grado; in nessun modo; niente affatto; almeno, per lo meno. Esempi: ad te minime omnium pertinebat, meno di tutti toccava a te; qua minime arduus ad nostras munitiones ascensus videbatur, per dove pareva meno difficile la scalata alle nostre fortificazioni; homo minime ambitiosus, uomo niente affatto ambizioso; minime saepe, di rado; minime omnes, pochi; minime multi, molto pochi; minime quidem (minime vero), no certamente.

naris

naris, f.: narice, (per lo più al plur. nāres, ium, f.): nari, narici, naso; sagacità di giudizio, acume di mente. Esempi: corrugare nares, arricciare il naso; homo emunctae naris, uomo sagace, acuto; naribus uti, censurare (criticare, motteggiare).

nātūra

ae, f.: natura, il principio delle cose; qualità, naturali; posizione; costituzione, figura; indole, temperamento, carattere; legge di natura; forza, virtù naturale, universo, mondo; essere, materia prima, sostanza, creatura, cosa. Esempi: rerum natura, la natura; naturae fabrica incredibilis, la natura è un'opera meravigliosa; naturae leges, l'ordine che regna nella natura; quae in rerum natura fiunt, i fenomeni della natura; homo difficillimā naturā, uomo di carattere difficilissimo; loci natura erat haec, questa era la posizione (o la conformazione) del luogo; secundum naturam fluminis, lungo la corrente del fiume; naturae satisfacere (cedere, concedere), morire; secundum naturam (o ad naturam) vivere, vivere secondo le leggi della natura; naturam expellers furcā, tamen usque recurret, discaccia pure a forza la natura, tuttavia ella sempre ritornerà; naturā frater, fratello di nascita; naturā, per natura.

nēquam

agg. indecl. (compar. nequior, ius; superl. nequissimus, a, um): dappoco, da nulla, malvagio, dissoluto, leggero, tristo, fannullone, briccone. Esempio: homo nequissimus, uomo tristissimo.

nĭhĭlum

i, n.: niente, nulla, nessuna cosa; niente affatto, in niente; per nulla, per nessun motivo, per nessuna ragione. Esempi: ad nihilum recĭdunt omnia, tutte le cose ritornano nel nulla; ad nihilum redigere, ridurre al nulla; ad nihilum venire o recidere (in nihilum interire o occidere) essere annientato; pro nihilo esse, non valer nulla; homo nihili, uomo da nulla; nihili pendĕre (o nihili facere), non stimare per nulla; nihil esse, non valer nulla; nihili aestimari, non esser tenuto in alcun conto; nihilo emere, comprar per nulla; ex nihilo oriri, nascere dal nulla; non nihilo aestimare, apprezzare alquanto; de nihilo, per niente (senza motivo); pro nihilo habere (putare, ducere), stimar nulla; nihilo minus (o nihilo secius), non di meno (tuttavia, ciò non ostante), nihilo, per niente; non nihilo, in qualche modo; nihilo tamen secius, pur tuttavia; nihilo segnius, con non minore alacrità; nihilo magis (o nihilo plus), per nulla più; nihilo minus, nulla meno; nihilo aliter, non altrimenti.

nŏvus

a, um, agg. (col superl. novissimus, a, um): nuovo, novello, recente; inesperto, incognito; singolare, straordinario, insolito, inaudito; altro, secondo; al superl. novissimus: ultimo, estremo; infimo; pessimo. Esempi: novi milites, reclute; res novae, novità; novas res moliri, macchinare novità; alicui rei novus, nuovo (inesperto) in una cosa; homo novas, uomo di recente nobiltà; studere novis rebus, aspirare a una nuova forma di governo; novus Hannibal, un novello Annibale; novum consilium, decisione energica; qui novissimus vēnit, l'ultimo arrivato; novissima exempla, gli estremi supplizi; novissima exspectare, aspettare l'estremo supplizio; novissimum agmen, retroguardia. Come SOST.: novum, i, n.: cosa nuova, novità. Esempi: quid novi?, quale novità?; nova afferre, introdurre novità; novissimi, ōrum, m. pl.: la retroguardia.

nullus

a, um (genit. nullius, dat. nulli), agg. e sost.: nessuno; nullo, insignificante, di poco valore, meschino, incapace. Esempi: nullum remedium est, non c'è rimedio; nullam habemus notitiam, non abbiamo notizia; nullus est qui, non c'è nessuno che; nullus unus, nessun altro mai; unus nullus, neppure uno; nullus udmŏdum, assolutamente nessuno; non nullus, alcuno, qualcuno; nullus non, ciascuno, ognuno; tutti; nullus dum, ancora nessuno; nullo arante, senza che alcuno lo arasse; nullis defendentibus, non difendendolo nessuno; nullo certo ordine, senza ordine stabilito; homo nullis litteris, uomo ignorantissimo; nullo numero homo, uomo di nessun conto; nullo periculo, senza alcun pericolo; est in nobis is animus, ut nullius audaciae cedamus, c'è in noi un animo tale, che non ci pieghiamo all'audacia di nessuno; beneficia a nullo repetere, non domandare benefizi a nessuno; nulli supersunt de inimicis, non rimane nessuno dei nemici; nullus sum, non esisto più (sono rovinato); nulla sum, sono perduta; nullum argumentum, argomento di poco valore; nullus imperator, comandante incapace; qui nulli sunt, quelli che non esistono più (i morti).

nŭmĕrus

i, m.: numero, quantità, moltitudine, copia, mucchio; schiera, registro (dei soldati), elenco, lista; matematica, astrologia; parte; battuta, musica, suoni, melodia; membro (d'un verso); misura, ritmo, armonia; serie, ordine; posto, valore; ordine, regola; dovere, ufficio. Esempi: numero triginta, in numero di trenta; numero ad duodecim, dodici circa di numero; in proscriptorum numerum relatus, posto nel numero dei proscritti; numerum inire, fare il conto; navis habet suum numerum, la nave ha il suo equipaggio completo; supplere numerum, completare il numero; aliquem in deorum numerum (o in deorum numero) referre, ascrivere uno nel numero degli dèi; est pecorum magnus numerus, grande è la quantità del bestiame; numerus frumenti, quantità di frumento; clientium obaeratorumque magnum numerum habere, avere un gran numero di clienti e di debitori; reductos in hostium numero habuit, quelli che gli furono condotti ebbe in conto di nemici (trattò come nemici); musicis numeris, in musica; orationem numeris adstringere, dare al discorso un'intonazione armonica; aliquem numero impiorum ac sceleratorum habere, tenere qualcuno in concetto d'empio e d'infame; aliquo esse numero atque honore, esser tenuto in gran conto e onore; nullo numero, senza valore; homo nullo numero, persona di nessun conto; legatorum numero, come ambasciatori; elegans omni numero poēma, poema sotto ogni riguardo elegante; numero deus impari gaudet, alla divinità piacciono i numeri dispari.

obscūrus

a, um, agg. (compar. obscurior, ius; superl. obscurissimus, a, um): oscuro, buio, tenebroso; indistinto, confuso, non chiaro, difficile a intendersi, ambiguo, dubbio; ignoto, non celebre, senza fama; nascosto, celato, occulto, invisibile; simulato, guardingo. Esempi: obscura nox, notte oscura; iam obscura luce, cominciando a farsi scuro; brevis esse laboro, obscurus fio, cerco di essere breve, mi rendo oscuro; obscurus locus, luogo segreto; obscura oracula, responsi ambigui; obscura spes, speranza dubbia; obscurum odium, odio sordo; homo obscurus, uomo guardingo, Caesaris in barbaris erat nomen obscurum, il nome di Cesare era ignoto fra i barbari; obscuro loco natus, di famiglia sconosciuta; non obscurum est, si vede (è chiaro, è manifesto).

occultus

a, um, part. perf. di occulo e agg. con compar. e superl. regol.: occulto, celato nascosto, segreto; finto. Esempi: ex occulto, di nascosto; in occulto, in segreto; per occultum, segretamente; occultares, cosa segreta; homo occultus, uomo finto; occultusodii, che cela l'odio; res occultae, i segreti della natura; occulta ac recondita templi, le parti più segrete del tempio; occulta saltuum, le parti più impenetrabili dei boschi; haud occultum habere, non tener nascosto; non occulti ferunt, non fanno mistero; occulta coniurationis, il retroscena della congiura.

offĭcium

ii, n.: officio, obbligo, dovere, servizio; sottomissione, ubbidienza; cortesia, piacevolezza, compiacenza, favore, attenzione; carica, funzione, affare, compito, uffizio, incombenza. Esempi: in officio manere, essere fedele al proprio dovere; officio suo fungi, eseguire il proprio dovere; ab officio discedere, mancare al proprio dovere; ab officio abduci, lasciarsi allontanare dal dovere; salvo officio, senza mancare al dovere; sequor offìcium meum, io vado dove mi chiama il dovere; officii religio, delicatezza di coscienza; in officio continere, tenere in dovere; officium suum facere (servare, colere, tueri, exsequi), oppure: officio suo satisfacere, adempiere il proprio dovere; omnes officii partes exsequi (o nullam officii partem deserere), tutto il proprio dovere; diligentem esse in retinendis officiis, esser puntuale nell'adempimento del proprio dovere; officium suum deserere (neglegere), oppure: officio suo deesse, venir meno al proprio dovere; praestare officium alicui, rendere un servizio a uno; in officio esse, compiere il proprio dovere; ad officium reducere, ridurre all'obbedienza; ad officium redire, ritornare all'obbedienza; alicui urbana officia praestare, prestar a qualcuno servizi di cortesia; aliquem ad officium admittere, ammettere uno a una carica; officium praetoris, carica di pretore; officium legationis, ufficio di ambasceria; nova Caesaris officia, i recenti favori di Cesare; officia civilia, affari pubblici; suprema officia, gli estremi onori; litterae officii plenae, lettera piena di cortesia; homo summo officio praeditus, uomo di somma gentilezza.

ostendo

is, ostendi, ostentum e ostensum, ostendĕre, TR. 3ª: presentare, mostrare, far vedere, additare; dimostrare; dire, dichiarare; promettere, ostendere se: mostrarsi, apparire. Esempi: os suum populo Romano ostendere audet, osa mostrare la sua faccia al popolo romano; ego contra ostendo nihil fecisse Sextum Roscium, io per contrario dimostro che Sesto Roscio non ha fatto nulla; homo, ut ostendimus supra, factiosus, uomo, come sopra abbiam detto, fazioso, aliter atque ostenderam facio, opero diversamente da ciò che avevo promesso; ostendere se alicui inimicum, mostrarsi ostile a qualcuno; in templo Victoriae palma extitisse ostendebatur, si mostrava che una palma era cresciuta nel tempio della Vittoria; ostendere cives Romanos, additare i cittadini romani; hostes rari se ostendere coeperunt, i nemici cominciarono a mostrarsi alla spicciolata; se ab duobus lateribus ostendere, apparire dai due fianchi; ex utraque parte vallis subito se ostendere, apparire d'improvviso da ambedue le parti della valle; pedestres copias ostendere, far uscire la fanteria; post tergum hostium legionem ostendere, far apparire la legione dietro i nemici; quae in eo reprehendat, ostendit, gli mostra i suoi difetti; quae fieri vellet, ostendit, dichiara i suoi piani; quid sui consilii sit, ostendit, gli fa conoscere il suo progetto; ostendere spem, far sperare; ostendere metum, far temere; victoria ostenditur, si profila la vittoria; oppugnationem ostendere, fare un assalto apparente; virtus se ipsa ostendit, la virtù si mostra di per se stessa; ostendere vocem, far udire la voce.

perdĭtus

a, um, part. perf. di perdo e agg. con compar. e superl. regol.: perduto, disperato, rovinato, mandato a male; smisurato, dissoluto, corrotto, empio, scellerato; oppresso, abbattuto. Esempi: perdita valetudo, cattiva salute; aere alieno perditus, rovinato dai debiti; homo perditus, uomo corrotto; lacrimis perditus, abbattuto dal pianto. Vedi perdo.

perversus

a, um, part. perf. di perverto e agg. con compar. e superl. regol.: perverso, malvagio, cattivo, rivolto, sconvolto, stravolto; disordinato, vizioso; scosceso, precipitoso. Esempi: perverso more, contrariamente alla consuetudine; perversus homo, uomo malvagio; perversa mens, animo cattivo; perversus Menalcas, l'invidioso Menalca; oculi perversissimi, occhi strabici; perversae rupes, rupi scoscese. Come SOST.: perversum, i, n.: il male. Vedi perverto.

plācātus

a, um, part. perf. di placo e agg. con compar. e superl. regol.: placato, pacifico, quieto, tranquillo, ben disposto, favorevole. Esempio: homo sibi ipse placatus, uomo in pace con se stesso.

pŏtentia

ae, f.: potenza, autorità, credito, influenza; potenza, forza, vigoria; autorità suprema, dominio, signoria, dominazione, preponderanza; potere, violenza, energia. Esempi: non potentia sed iure res publica administrabatur, la repubblica era amministrata non secondo la potenza, ma secondo la giustizia; potentia populi, dominio popolare; potentia singularis, potere assoluto (dispotismo); potentia rerum, autorità suprema; homo summae potentiae et magnae cognationis, persona di molta influenza e di esteso parentado; veteris homo potentiae, uomo di antica autorità; victoris potentia, prepotenza del vincitore.

praeceps

praecipītis (prae, caput), agg.: a capo fitto, col capo all'ingiù; precipitoso, rapido, a precipizio; impetuoso, celere; che scende, che precipita; inconsiderato, avventato; inclinato, facile, pronto, proclive; pericoloso, funesto, rovinoso, disastroso, che conduce a rovina; scosceso, dirupato. Esempi: praeceps ad terram datus, gettato a capo fitto a terra; se praecipitem tecto dedit, si precipitò dal tetto col capo all'ingiù; praecipites se fugae mandabant, precipitosi si davano alla fuga; aliquem praecipitem deicere, gettar giù qualcuno; agere praecipites hostes, mettere i nemici in fuga precipitosa; locus praeceps, luogo scosceso; praeceps amnis, fiume rapido; praeceps furor, furore inconsiderato; praeceps in avaritiam et crudelitatem animus, animo proclive all'avarizia e alla crudeltà; praecipiti tempore, in un tempo pericoloso; praecipiti iam die, essendo già sulla fine del giorno; homo praeceps, uomo sconsiderato; homo demens et ad poenam exitiumque praeceps, uomo demente tratto inesorabilmente alla pena e alla rovina. Come AVV.: a precipizio, precipitosamente, rovinosamente. Esempi: praeceps dare aliquid, porre qualcosa in estremo rischio; praeceps trahere, trarre a precipizio.

prĕtium

ii, n.: prezzo, valore; danaro, moneta; costo; riscatto; mercede, ricompensa, paga; premio; pena, castigo, punizione; pregio, stima. Esempi: magno pretio, a caro prezzo; parvo pretio, per poco (a buon prezzo); iacent pretia praectiorum, è caduto in basso il valore dei fondi; omnia vectigalia parvo pretio redempta, tutte le gabelle prese in appalto a poco prezzo; homo parvi pretii, uomo di poco pregio; magni pretii homo, uomo di molto valore; operae pretium habent libertatem, hanno in premio dell'opera loro la libertà; alicui operae pretium dare, dare ad uno la paga della sua fatica; operae pretium est, merita il conto (vale la pena); operae pretium videtur, sembra che valga la pena; facere operae pretium, far cosa che valga la spesa; habere operae pretium, essere ricompensato del proprio lavoro; pretio habere addictam fidem, lasciarsi corrompere per danaro; esse in pretio, avere valore; captivos sine pretio dare, rendere i prigionieri senza riscatto; pretium certaminis, premio della vittoria.

prŏtervus

a, um, agg. (col compar. protervior, ius): protervo, arrogante, insolente, sfacciato; fiero, ardito, audace, violento, furioso, impetuoso. Esempi: homo protervus, uomo protervo; ventus protervus, vento impetuoso.

quī, quae, quod

pron. relat.: il quale, la quale, la qualcosa; che, chi; pron. interr.: quale?, che?, chi?, che cosa?; pron. indef. (dopo si, nisi, ne, num, sive, sin, an): qualche; alcuno, alcuna, alcuna cosa; uno, una cosa. Esempi: is qui (o solo qui), colui che, chi; qui pretium meriti ab improbis desiderat, chi (colui che) aspetta la ricompensa del benefizio dai malvagi; rex ad quem legatos miserat, il re, al quale aveva mandato degli ambasciatori; locus quod Tullianum appellatur, il luogo che si chiama Tulliano; adsunt multi viri et mulieres qui id testantur, ci sono molti uomini e donne che attestano ciò; Thebae, quod Boeotiae caput est, Tebe, che è la capitale della Beozia; apud vicum, qui Cannae appellatur, presso il villaggio che si chiama Canne; sex milia hominum, qui ex acie fugerant, seimila uomini, che erano fuggiti dal campo di battaglia; qui me homo est audacior?, chi è più ardito di me?, qui sit rei publicae status, quale sia la condizione della repubblica, diem dicunt, qua die..., stabiliscono il giorno, in cui...; naves faciunt cuius generis..., costruiscono navi di quel genere che...; post eum quae essent, i luoghi alle sue spalle; his paucos addit equites, qui latius vagentur, a questi aggiunse alcuni soldati a cavallo, affinché facessero delle punte più avanti; neque is sum qui..., non sono uno (o tale) che...; qui iam ante inimico in nos animo fuisset, come colui che era stato già prima d'animo ostile verso di noi; qui plurimum in Gallia potuissent, mentre avevano avuto nella Gallia somma potenza; quos inter, fra i quali; quam in partem fors obtulit, dove per l'appunto il caso volle; o qui regis, o tu che reggi; ex quo (sott. tempore), dal tempo che; omnino erant itinera duo, quibus itineribus..., vi erano in tutto due strade, per le quali...; quocum, col quale, quacum, con la quale; quibuscum, con i quali, con le quali; dignus est qui ametur, è degno di essere amato; o qui tuarum pennarum est nitor!, o quale è la lucentezza delle tue penne!; quod ad me attinet, per quello che mi riguarda; quod si, che se; quod nisi, che se non; qui inscribitur, intitolato; quā prudentiā es (o quae tuă prudentiă est), prudente come sei; qui vir est?, che uomo è egli?; quod facinus commisit?, che fallo ha commesso?; si qui rex, se un re; siqui mortuus esset, se uno fosse morto; ne qua spes, affinché nessuna speranza; ne quod omnino tempus, affinché nessun tempo affatto; si qua bella interciderint, se avverrà qualche guerra.

rēpo

is, repsi, reptum, repĕre, INTR. 3ª: strisciare; andar lentamente; arrampicarsi; diffondersi. Esempi: animadvertit inter saxa repentes cochleas, osservò delle lumache strisciare tra i sassi; quāantea unus homo inermis vix poterat repere, dove prima a gran fatica poteva arrampicarsi un uomo per volta e senz'armi; nebula paulatim repit, la nebbia a poco a poco si diffonde.

sŏdālĭtās

sodalitātis, f.: sodalizio, associazione; compagnia, intimità, amicizia, conversazione, crocchio; società segreta. Esempi: intima sodalitas, intima amicizia; homo summa sodalitate, uomo di grandi amicizie.

sors

sortis, f.: sorte, fortuna, ventura, caso, destino; stato, condizione; responso, oracolo; capitale, somma; cedole, polizze, schede; prole, progenie; ufficio, funzione. Esempi: sorte nancisci provinciam, ottenere in sorte una provincia; sortis necessitudo, lo stretto vincolo stabilito dalla sorte; ter sortibus est consultum, tre volte si venne alle sorti; sorte ducere aliquem, tirar qualcuno a sorte; sorte, a sorte; extra sortem, senza tirare a sorte; sors iniqua, destino avverso; nemo sorte sua contentus vivit, nessuno è contento del proprio stato; homo ultimae sortis, persona di umilissima condizione; fatigare sortes, importunare gli oracoli; sors oraculi, responso dell'oracolo; sortes conicere (o deicere), gettar le schede nell'urna per tirare a sorte; meae sortis est, tocca a me; Saturni sors prima, primo figlio di Saturno; numquam afuit nisi sorte, non si assentò mai, se non per doveri d'ufficio; sortem ferre, ricevere un capitale.

sŭbĭtus

a, um, agg.: subito, subitaneo, improvviso, repentino. precipitoso. Esempi:subita consilia, decisioni subitanee; subita tempestas, tempesta improvvisa; subita oratio, discorso improvvisato; homo subitus, uomo precipitoso. Come SOST.: subitum, i, n.: osso imprevisto, sorpresa. Esempi: ad subita rerum, per i casi imprevisti; ad subita belli, per gli imprevisti (per le sorprese) di guerra.

subsellium

ii, n.: seggio, sedia, sedile; al plur. subsellia, ōrum: giudizio, tribunale, foro. Esempi: vivere in subselliis, vivere nei tribunali; homo a subselliis, persona pratica di tribunali; accusare ad subsellia, trascinare davanti ai tribunali.

tantus

a, um, agg.: tanto grande, così grande, tanto, di tal quantità; tanto piccolo, tanto scarso. Esempi: homo tantus, un così grande uomo; tanta urbs, una così grande città; tanta pecunia, tanto danaro; tantam eorum multitudinem interfecerunt, quantum fuit diei spatium, ne uccisero un così gran numero, quanto durò l'intero giorno; senatus auctoritas tantam habet vim, ut..., l'autorità del senato ha una forza così grande, che...; litterae non tantum gaudium attulerunt, quam..., le lettere non arrecarono una così grande gioia, quanta...; tantaene animiscaelestibus irae?, sì grande sdegno può albergare negli animi degli dèi?; tantae molis erat Romanam condere gentem!, così difficile era fondare il popolo romano!; vectigalia tanta, tributi tanto scarsi. Come SOST.: tantum, i, n.: tanto, così poco, una tale inezia. Esempi tantum temporis, tanto tempo; tantum hostium, tanti nemici; tantum praesidii, così poca guarnigione; sed quoniam tantum in ea arte ponitis, ma poiché date sì grande importanza a quell'arte. Come genitivo di prezzo e di stima: tanti: tanto; tanto a, a sì grande prezzo. Esempi: tanti, esse (o fieri), valere tanto; tanti emere, comprare così a caro prezzo; tanti te facio, ti stimo tanto; tanti est, tant'è, mette conto. Come abl. di misura (davanti a comparativi): tanto: tanto. Esempi: tanto longius, tanto più lungi; tanto plus, tanto più; tanto minoris, tanto più a buon prezzo; tanto ante, tanto tempo prima; tanto post, tanto tempo dopo.

tĕnax

tenācis, agg. (compar. tenacior, ius; superl. tenacissimus, a, um): tenace, ostinato; avaro, parco; denso, viscoso; che conserva; costante. Esempi: equus tenax, cavallo ostinato; homo parcus et tenax, uomo parco e parsimonioso; cerae tenaces, cere vischiose; tenax propositi vir, uomo costante nei suoi propositi.

unguis

unguis, m.: unghia, artiglio. Esempi: unguibus et rostro, con le unghie e col becco (cioè con tutti i mezzi); ab imis unguibus usque ad verticem summum, dalla punta dei piedi alla sommità del capo; ad (o in) unguem, alla perfezione; ad unguem factus homo, uomo compitissimo.

vastus

a, um, agg. (compar. vastior, ius; superl. vastissimus, a, um): vasto, molto grande, immenso, smisurato; orrendo, terribile; vuoto, deserto, spopolato, devastato; rozzo, aspro. Esempi: vastae solitudines, immense solitudini; animus vastus, animo insaziabile; vastum certamen, terribile combattimento; vastum solum, suolo devastato; urbo incendiis vasta, città devastata dagli incendi; urbs a defensoribus vasta, città abbandonata dai difensori; homo vastus, uomo rozzo; littera vastior, lettera più aspra a pronunciarsi.

ibis.

(s.m.), uccello dell'ordine dei ciconiformi.

Ibis sacro diffuso nel Sudan e nel Kenya

Ibis

Inglese

ibis

Francese

(m.) ibis

Tedesco

(m.) Ibis

guardabuoi.

(s.m.), airone dell'ordine dei ciconiformi.

Inglese

cattle egret

Francese

(m.) garde-boeuf

Tedesco

(m.) Kuhreiher

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